Il molise delle donne. Biosapori e Fontemazzocca

“Ci voleva un’idea che fosse innanzitutto umana che potesse conservare una determinata sensibilità. Un sensibilità femminile”.

Era già iniziato il nuovo millennio, ma la figura della donna imprenditrice faticava ancora ad essere accettata. “La nostra è stata una scommessa, una scommessa di imprenditoria volutamente al femminile”.

 

TERRITORIO

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“Questo è l’ingresso del borgo antico, che noi chiamiamo ‘Terra Vecchia’. Un tempo c’erano solo un’entrata e un’uscita, Porta Capo e Porta Piede, con enormi portoni che venivano serrati di sera quando tutto il paese arroccato sul colle si rannicchiava a difesa”. Mentre Rita indica l’arco di accesso al centro storico di Casacalenda, saldo e severo il Palazzo Ducale (originario del 1200) ci osserva dall’alto. 

Alla nostra destra, invece, la rocca digrada velocemente verso il torrente Cigno, affluente del fiume Biferno, per poi risalire velocemente fino alla cima più alta del circondario, il Cerro del Ruccolo (888 m), facilmente riconoscibile per le antenne televisive sulla sommità. Il verde intenso della Riserva Naturale Regionale Bosco Casale – Oasi LIPU lo ricopre in parte.

Centro storico e Riserva Naturale Bosco Casale
Casacalenda centro storico, Cerro del Ruccolo, Riserva Bosco Casale © www.kerem.it

“Qui la natura domina ancora con Cerri, Biancospini e Agrifogli, le bacche rosse del Corniolo e i fiori bianchi del Prugnolo”, ci ricorda Carmela, che vive proprio vicino all’ingresso. “È facile veder volare Poiane, Falchi e Sparvieri, ascoltare Ghiandaie e Picchi Verdi e di notte Allocchi, Gufi e Barbagianni”. 

 

 

Il resto del paesaggio mostra colline a perdita d’occhio, dolci e ripide, coperte a macchia di leopardo di colture, arato e bosco, con filari di pale eoliche sui crinali. Sulla cima dei colli si arroccano i borghi. Provvidenti è a un solo passo da Casacalenda, seguita da Ripabottoni e da Morrone del Sannio, il più alto. Dietro la montagna ci sono Bonefro, San Giuliano di Puglia e Santa Croce di Magliano. Nella direzione del mare Adriatico troviamo Montorio, Montelongo e Larino, il centro più grande. 

Alle nostre spalle la vallata cade ripida fino al corso del Biferno e all’invaso artificiale del Liscione, creato con una diga tra i territori di Casacalenda e Guardialfiera, borgo vicinissimo che anticamente la furia delle acque rendeva difficilmente accessibile. Sovrastato da un grande viadotto, il suggestivo lago è meta ambita per la pesca sportiva, ma anche per passeggiate ed escursioni. 

Invaso artificiale del Liscione
© www.kerem.it

Ci troviamo in un’area incastonata nel mezzo della provincia di Campobasso, dove la pace regna sovrana. Non è un caso che a pochi chilometri dal paese sorgano il Convento Eremo di Sant’Onofrio (1407) e il Santuario della Madonna della Difesa, nato nel 1896 in seguito a visioni di abitanti del posto e a lungo meta di pellegrinaggio.

STORIA

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stemma
Stemma del paese © www.kerem.it

“Quello è lo stemma del paese”, riprende Rita, indicandoci uno scudo sulla Porta Capo che riporta una grande lettera K. La nostra curiosità è presto svelata: “L’antico nome del paese era Kalena. Lo citano sia Tito Livio che Polibio, sapete? Ci sono varie ipotesi sull’origine del termine. Potrebbe derivare dalle Calende, il primo giorno del mese, importante giorno di mercato per i Romani. Oppure dal greco, col significato di ‘troppo bella’”.

 

 

 

Se poco si conosce sulle origini molto invece è legato al periodo della seconda guerra punica (217 a.C. in particolare). “Pare che i Romani fossero accampati proprio qui, quando il paese era solo una rocca. Dall’altra parte del Cigno, invece, Annibale aveva incendiato la città di Gerione e aveva deciso di farci la sua base per l’inverno. A lungo i due eserciti si controllarono a vicenda”. Gerione ora è un’interessante area archeologica con tracce di mura sannitiche. Distrutta nuovamente dal terremoto del 1456 non fu più ricostruita e gli abitanti si riversarono nei centri limitrofi come la rocca di Kalena, oggi Casacalenda.

 

Già proprietà dei Caracciolo e dei Capua, il paese passò ai napoletani Duchi di Sangro, contro i quali sulla scia delle rivoluzioni napoleoniche del 1799 si ribellarono i borghesi locali, guidati dal mastrogiurato Domenico De Gennaro. Ne seguì un sanguinoso assedio di tre giorni da parte di mercenari al soldo del re, che sparavano ai ribelli dalla parte più alta del paese, la Montagnola. “Da lì, quando è sereno, è possibile vedere anche il mare e le isole Tremiti”, suggerisce Antonella. I ribelli furono sconfitti con l’inganno, ma l’autorità del duca non era destinata a durare ancora molto.

ARTE

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Per quanto spesso ricordati dal popolo come despoti, i Di Sangro si rivelarono anche importanti mecenati. Ospitarono infatti in paese pittori della scuola di Resina come Marco De Gregorio (autore di una “Veduta di Casacalenda” conservata al Museo di Capodimonte) e scultori del calibro di Giuseppe Sammartino. L’autore del famoso Cristo Velato ha lasciato nella Chiesa di Santa Maria Maggiore un pregevole bassorilievo del Cristo Morto. Il legame col capoluogo campano è testimoniato anche dalla presenza di Palazzo Casacalenda in Piazza San Domenico a Napoli.   

 

MAACK Museo all'Aperto di Arte Contemporanea Kalenarte
MAACK © www.kerem.it

“Casacalenda è ancora piena d’arte” ci ricorda Antonella “basta guardarsi intorno. Siamo stati tra i primissimi comuni in Italia a costituire un museo all’aperto di arte contemporanea, dove le opere interagiscono e compenetrano il territorio”. Da oltre 20 anni infatti rinomati artisti della scena internazionale sono ospitati in paese e realizzano opere che ad arricchire il MAACK – Museo all’Aperto Arte Contemporanea Kalenarte e la Galleria Civica Franco Libertucci.

TRADIZIONI

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“La nostra è una terra che parla. Ha un suono tutto suo, è come il battito del cuore: è il suono del bufù”. Rita si riferisce al tamburo a frizione molisano, strumento tipico locale che scandisce il rito di transizione dell’anno nuovo, quando diverse squadre di suonatori allietano la notte di San Silvestro e la mattina di Capodanno a suon di musica, scacciando i mali dell’anno appena trascorso per dare il benvenuto a quello appena arrivato. Allo strumento oggi è dedicato anche un museo multimediale al palazzo comunale.

 

Pignatte di legumi
Pignatte di legumi © www.kerem.it

“Non solo”, risponde Antonella, “questa terra ha anche un cuore. Lo dimostra la devozione delle Tavole di San Giuseppe”. Erede dei lontani riti di fertilità tenuti intorno all’equinozio di primavera, la tradizione prevede una tavolata di 13 portate, aperta a chiunque. Una salvezza, quando c’era davvero la povertà. “Erano piatti in apparenza poveri, fatti soprattutto di legumi cotti nelle pignatte. A quell’antica ricetta ci siamo ispirati per creare la nostra zuppa di legumi”

TIPICITÀ

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Casacalenda e il circondario rappresentano realtà ancora fortemente legate all’agricoltura e all’allevamento. I caseifici della zona hanno infatti ottenuto riconoscimenti anche a livello nazionale. Per quanto riguarda i prodotti agricoli, oltre al grano nell’area è grande la produzione anche di ortaggi e frutta, legumi, olio e vino. 

 

Prugnolo selvatico
Prugnolo selvatico

Anche la presenza dei boschi influisce sulle tipicità della zona. Pur essendo una delle regioni più piccole e meno conosciute, il Molise è tra i maggiori produttori di tartufo in Italia. Le zone boschive vicino al paese non sono da meno, e puoi trovarci anche un particolare tipo di Prugnolo selvatico dalle straordinarie qualità antiossidanti e depurative.

BIOSAPORI

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Il prugnolo è proprio uno degli ingredienti lavorati dall’azienda BioSapori per i suoi prodotti biologici. Ce lo racconta Rita: “Tutto è nato nel 2000, quando partecipavamo alle iniziative del Centro Studi ‘Il Muretto’. Io e Antonella ci rendemmo conto della mancanza di una realtà imprenditoriale capace di valorizzare con serietà i prodotti buoni e sani del nostro territorio, un luogo davvero autentico ma troppo poco conosciuto”.

 

“Ci voleva un’idea che fosse innanzitutto umana”, continua Antonella, “che potesse conservare una determinata sensibilità. Un sensibilità femminile”. Era già iniziato il nuovo millennio, ma la figura della donna imprenditrice faticava ancora ad essere accettata. “La nostra è stata una scommessa, una scommessa di imprenditoria volutamente al femminile”.

 

Dall’idea di Rita e Antonella è nato così il progetto BioSapori, che ha messo al centro i prodotti e le ricette locali (spesso ancora sconosciute), la loro qualità e genuinità. L’azienda trasforma frutta e ortaggi raccolti in Molise, garantiti con il marchio di certificazione biologica e li lavora quando sono freschi (nel giro di 24 ore). 

 

Una costante ricerca di armonia tra tradizione, ricerca e innovazione che ha come risultato alimenti sani, rigorosamente senza conservanti o addensanti, che non trascurano i sapori, ma che anzi cercano di esaltarli conservando tutta la passione, il gusto e la genuinità della tradizione contadina.

 

PRODOTTI BIOSAPORI

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Tra i prodotti BioSapori, tutti certificati col marchio di agricoltura biologica, ricordiamo: 

  • – olio extravergine di oliva dalle cultivar locali, anche con condimenti già pronti;
  • – passate di pomodoro, pelati e pomodorini in salsa (lavorati secondo tradizione);
  • – sughi pronti (Mediterraneo, alla boscaiola, alle olive);
  • – composte (melagrana, agrumi, rosa canina, prugne, melo cotogno e castagne, kiwi con mela e rosa canina, fichi, pere e fichi, uva, zucca, albicocche, ciliegie, frutti di bosco, amarene, pero cotogno, frutta e ortaggi in agrodolce);
  • – confetture (frutti rossi e sambuco, prugnolo e semi di canapa);
  • – sottoli (zucchine alla contadina ed essiccate, pomodori verdi e secchi, peperoncini piccanti, melanzane, lampascioni, germogli d’aglio, funghi e porcini, fave, cicoria campestre, carciofini grigliati, cachi, asparagi, involtini di melanzane e di zucchine).

 

E inoltre frutta sciroppata, succhi di frutta fresca (nettare di prugnolo, ciliegie e zenzero, rosa canina, amarene, melo cotogno, melagrana, pera, frutti di bosco e albicocche), tartufi in diverse varianti (tartufata, patè di tartufi, tartufo a fette, tartufo nero estivo, tartufo macinato), vari tipi di patè, la zuppa di legumi bio (da antichissima tradizione locale) e molto altro ancora.

 

sconto-biosaporiRingraziamo Rita e Antonella. Le due giovani imprenditrici vi aspettano al punto vendita, dove mostrando la tessera del Club c’è il 10% di sconto sui prodotti aziendali, valido anche sullo shop online con il codice che trovate nella scheda della convenzione.

AZIENDA AGRITURISTICA FONTEMAZZOCCA

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 “Venite a trovarci in camper, venite a provare i nostri prodotti e a mangiare da noi!”. L’invito arriva da Carmela, che gestisce insieme al marito l’Azienda Agrituristica Fontemazzocca. L’azienda dispone infatti di una piccola area sosta camper dotata di allaccio elettrico, e si sta organizzando per garantire la sosta in sicurezza.

 

L’agriturismo è nato dallo sviluppo e dall’ingrandimento dell’azienda agricola di famiglia. L’edificio, realizzato in pietra locale, è costruito in parte su una ex mangiatoia di fine ‘800, completamente ristrutturata nel pieno rispetto delle tradizioni architettoniche locali, ed è situato in una posizione meravigliosa. 

 

fontemazzocca“Siamo completamente immersi nella natura e nella pace del Bosco Casale. Da qui godiamo di un panorama stupendo e possiamo raggiungere l’Oasi Lipu a piedi. è una riserva per l’avifauna, ma noi la chiamiamo l’oasi delle farfalle, soprattutto se la visiti nel periodo giusto”

 

I piatti offerti sono quelli tipici della tradizione, la maggior parte realizzati con ingredienti a km zero “perché provengono direttamente dalla nostra azienda agricola”. Antipasti della casa, cavatelli, taccozze, fagioli, pizza di mais con patate e verdure campestri, carni alla brace e dolcetti.

 

Anche Carmela è stata una guida preziosa. Insieme al marito Vincenzo vi aspetta al suo Agriturismo, dove mostrando la tessera del PLEINAIRCLUB si ha lo sconto del 20% sulla sosta fino a tre giorni, del 33% fino a sette giorni e del 40% dall’ottavo giorno.

 

 

ACCOGLIENZA

 

Ringraziamo ancora Rita, Antonella e Carmela, esempi di imprenditoria al femminile che resiste e riparte anche in un piccolo centro, ci hanno riservato un’accoglienza fantastica. La nostra visita a Casacalenda è terminata, la vostra sta per cominciare. Se preferite fermarvi nel centro abitato, potete farlo nell’area di sosta comunale da poco inaugurata vicino agli edifici della scuola primaria. È ora di partire. Buona Casacalenda e buon Molise. Buoni sottoli, composte e ortaggi. Buoni cavatelli, carni e verdure campestri. E Buoni KM Italia!

 

 

È ora di partire. Buona Casacalenda e buon Molise. Buoni KM Italia!



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