I SEMI DI LINO ARMA CONTRO IL TUMORE AL SENO
#StiamoBene: i consigli della dottoressa Debora Rasio
Uno studio randomizzato controllato condotto in donne in post-menopausa affette da tumore al seno ha dimostrato che poche settimane di assunzione di semi di lino sono in grado di alterare gli indicatori di crescita tumorale.
Nello studio, 32 donne che hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno mediante biopsia, sono state divise, in attesa dell’intervento, in due gruppi. Un gruppo ha assunto giornalmente, nei 32-39 giorni dalla biopsia all’intervento, un dolce preparato con 25 grammi di semi di lino macinati, l’altro gruppo, invece, ha mangiato lo stesso dolce senza semi di lino.
Nelle donne che hanno assunto semi di lino, gli indicatori di crescita del tumore, analizzati nelle biopsie eseguite prima dell’intervento e nel tumore chirurgicamente escisso, hanno rivelato miglioramenti drammatici. L’indice di apoptosi, un indicatore di morte delle cellule tumorali, era aumentato del 30 percento mentre l’indice di crescita delle cellule tumorali era ridotto del 34 percento. Sono analogamente diminuiti i livelli di espressione del gene c-erbB2, un marcatore di aggressività del tumore. Gli autori concludono affermando: “I semi di lino hanno il potenziale di ridurre la crescita del tumore in pazienti affette da tumore al seno”. In sole 5 settimane!
I semi di lino sono la principale fonte in natura di lignani, polifenoli appartenenti alla classe dei fitoestrogeni, strutturalmente simili agli ormoni estrogeni, trasformati dalla flora batterica dell’intestino negli enterolignani enterodiolo ed enterolattone. Visto il ruolo determinante della flora intestinale nella formazione di questi composti, non sorprende che l’uso di antibiotici si associ a ridotti livelli di enterolattone nel siero.
Sebbene i lignani possano legarsi ai recettori per gli estrogeni, la loro attività estrogenica è più debole di quella degli ormoni circolanti, potendone anche antagonizzare o bloccare gli effetti sui tessuti. Questa capacità dei lignani di modulare l’effetto degli estrogeni è condivisa con il tamoxifene, un farmaco utilizzato per ridurre il rischio di recidive di tumore che ha la capacità di bloccare l’azione degli estrogeni circolanti su molti tessuti ma non sull’osso e sull’endometrio, dove invece svolge azione estrogeno-mimetica.
GLI ENTEROLIGNANI
– riducono i livelli di estradiolo, estrone e testosterone circolanti;
– in presenza di estrogeni inibiscono, in modo dose-dipendente, la crescita dei tumori estrogeno-dipendenti nei topi;
– riducono l’espressione del recettore per l’estrogeno e i livelli di prostaglandine pro-infiammatorie nei tessuti ovarici di pollo;
– aumentano la concentrazione della proteina di trasporto degli estrogeni (SHBG), riducendo la quota di ormoni liberi, biologicamente attivi;
– inibiscono l’aromatasi, l’enzima presente in diversi tessuti fra cui quello adiposo, che converte gli ormoni maschili presenti in circolo in estrogeni;
– aumentano l’espressione di endostatina, un fattore che inibisce la crescita di nuovi vasi sanguigni, importanti per la formazione di metastasi.
Numerosi studi epidemiologici hanno confermato il ruolo protettivo degli enterolignani:
– le donne in post-menopausa che mangiano più semi di lino e hanno livelli più elevati di enterolattone hanno un rischio ridotto del 42 percento di morire di tumore al seno e un rischio ridotto del 40% di morire per ogni causa;
– uno studio condotto su 1122 donne in post-menopausa affette da tumore al seno quelle che consumavano più cibi ricchi in lignani avevano una riduzione del 50% del rischio di morire per ogni causa e una riduzione del 70% del rischio di morire per tumore al seno.
I semi di lino sono la più abbondante fonte in natura di precursori di lignani, con livelli 100-800 volte più elevati di quelli di altri alimenti vegetali. Sono anche la principale fonte vegetale di acido alfa-linolenico, un acido grasso essenziale con dimostrati effetti protettivi nei confronti del tumore al seno. Oltre ai semi di lino, alimenti particolarmente ricchi in precursori dei lignani sono i semi di sesamo, quelli di chia, i ceci e i piselli.
NON TUTTI I FITOESTROGENI AGISCONO IN MODO PROTETTIVO
Gli isoflavoni come la genisteina, ad esempio, particolarmente rappresentati nella soia, hanno dimostrato, al contrario, di favorire la crescita del tumore mammario. In uno studio condotto su 140 donne con biopsia positiva per tumore al seno e randomizzate ad assumere prima dell’intervento soia versus placebo, l’assunzione delle proteine della soia ha aumentato i livelli di genisteina nel sangue e più che raddoppiato l’espressione di 126 geni in grado di favorire la crescita del tumore.
Anche se non possiamo considerare i lignani come un farmaco miracoloso contro il tumore al seno, integrare una sana dieta, prevalentemente vegetale, con 2 cucchiai di semi di lino macinati preferibilmente al momento, sembra poter contribuire a ridurre in maniera significativa il rischio di questo tumore nella popolazione generale.